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Gabriella e la sua "bottega" dove l'arte dei calzolai rivive:
"il mio segreto è la creatività"


Segrate, 27 aprile 2017.

Ha appena compiuto un anno "La Bottega del Calzolaio" di Via Mazzini 22 dove, come dice la pubblicità, si eseguono "riparazioni, cuciture, lucidature di scarpe, stivali, cinture, borse". Bottega, appunto, nell'accezione medioevale del termine costituita, oltre che dal negozio, da un laboratorio ove si riparano, rielaborano o si concretizzano, partoriti dall'inventiva, articoli di una determinata merce.
(...) l'arredamento è costituito da un bancone composito, una lunga scarpiera che avvolge due pareti e tre prestigiose macchine da cucire: una Singer anni '30 e una Pfaff (anni '70) a farsi compagnia e a lavorare una accanto all'altra e una Necchi, posta invece in un angolo "per bellezza".

Il buon gusto e la fantasia accompagnano la titolare, Gabriella Bruno, una signora mora, minuta, gentile, vestita di nero, che sembra sarda, sosia della famosa attrice dramamtica napoletana Lina Sastri.

Gabriella Bruno

La signora Gabriella spiega che "amiche e conoscenti mi hanno incoraggiata ad aprire qui l'attività, assicurandomi che andrà tutto bene perché Segrate, città degli uffici, delle agenzie immobiliari, dei parrucchieri, dei bar, è sotto l'aspetto commerciale la città delle donne, fanno successo quasi tutte".
L'unico cruccio di Gabriella è che il negozio si trova a metà di Via Mazzini, una strada chiusa, con poco traffico di passaggio. "Ma per fortuna - osserva - sono accanto a una lavanderia, a un ambulatorio medico, e la gente mi sta scoprendo".


(...) La signora Gabriella ha sempre avuto innato il senso dell'estetica. "Mi sono diplomata alle magistrali, avrei voluto frequentare il liceo artistico ma papà non ha voluto e così dopo il diploma ho fatto di tutto: da giovane ho recitato in Puglia, a teatro, perfino in quello dialettale della milanese da fuori; ho avuto una parte in un film La posta in gioco, dove ho fatto da controfigura a Lina Sastri".



Una volta sposata e arrivata in Lombardia, "ho fatto altri lavori ma le mie passioni erano sempre il disegno, l'arte, gli strumenti per esprimere la mia creatività".
Gabriella spiega che "quello del calzolaio è un lavoro artistico; anche in questo campo si crea, e allora, ispirata da bisnonno e nonno che facevano i calzolai e perfino da mio papà, un tipo affascinante, all'inglese, che si faceva le scarpe da solo, ho scelto di esprimermi in questo campo dopo aver frequentato un corso".


Donna Gabriella non ha braccia e mani robuste, le bastano fantasia e gusto a creare e a mettere in movimento le sue mani delicate. "Non produco scarpe, stivali, cinture, borse, borsoni: li riparo e li adeguo a seconda delle esigenze - spiega - allargo, stringo coloro, ricoloro, intervengo su suole e tacchi. Aggiusto anche giubbotti, attacco bottoni. Sono e mi sento un'artigiana, che fa rinascere le cose dando loro una nuova vita".
E mentre pacata mi illustra il suo mondo, mi mostra scarpe da donna e da uomo rifatte, ricolorate, e pure un giubbino femminile in pelle color senape riparato sul petto. "Aveva uno strappo ..." mi spiega, ma nessuno se ne accorge. Una perfezione ammirevole.
"In genere - dice - intervengo su capi costosi, unici, ai quali il cliente si è affezionato e che vale la pena recuperare". 


Un'ultima curiosità. Nell'era del "compra e getta" di calzolai se ne vedono pochi e i pochi rimasti boccheggiano: c'è per caso una loro riscoperta? Soddisfatta di questa scelta?
"Sì, ne valeva la pena. Lo sa che ho scoperto che tanta gente porta le scarpe da riparare in vacanza, in località dove resistono gli artigiani-calzolai ? ".

Bene. E allora bocca in lupo signora Gabriella.

                                                                                                                Pep.

articolo completo su: www.segrateoggi.it

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